Il due Febbraio 2021 questa performance è stata un personalissimo rituale nel quale ho racchiuso gesti intimi e familiari, questo testo di Raffaella Tirelli amplia la visione della perf e lo condivido.
Ci sono momenti in cui il buio sembra essere cosi fitto e pesante, così permanente e paralizzante da farci quasi dimenticare l’esistenza della luce. L’immobilità del corpo e dello spirito conducono ad un torpore mortifero. Tutto sembra pesante, soffocante, oscuro. Ecco che nel momento in cui il cedimento e l’abbandono stanno per prendere il sopravvento qualcosa accade: la vita risveglia l’essenza assopita. In natura arrivano i primi segni di rinascita, le giornate si allungano, alcuni timidi segnali annunciano il cambiamento. Fin dall’antichità l’essere umano ha colto e propiziato tale passaggio con feste rituali, da Imbolc alla Candelora, tutte caratterizzate dalla presenza della luce, del fuoco purificatore e rigenerante, tutte feste di rinascita. Oggi l’umanità “civilizzata” è diventata meno attenta a cogliere i segni, più sorda a sentire e riconoscere i fermenti viscerali, stordita da mille imput, accecata da continui stimoli, incapace al discernimento. Il rischio è di rimanere bloccati, invischiati, soffocati in un tempo non tempo, in uno spazio indefinito, in un mondo senza stagioni, senza rinascite, senza morte, senza riti, senza emozioni, senza comunità. Soli. Fermi. Spenti.E allora invochiamo la luce che possa squarciare la coltre fittizia che ottenebra il nostro essere, che possa risvegliare le coscienze assopite, che possa riscaldare i cuori gelati, che possa ridarci l’essenza ciclica della vita. Che possiamo scegliere sempre di accogliere il raggio di luce, che possiamo scegliere sempre la possibilità di rinascere. Certo ogni rinascita implica una morte, ogni trasformazione dolorosi passaggi, ogni cambiamento l’abbandono di una zona di comfort, ma la vita ci insegna che ne vale la pena, sempre, che il bruco “muore” ma si trasforma in farfalla, che il bimbo piange nel lasciare il grembo materno, che l’uccellino è terrorizzato nello spiccare il volo. In natura tutto è più semplice perché esiste un istinto alla vita. L’essere umano più si allontana dal suo essere naturale e più si allontana dall’istinto alla vita. Ma la natura è madre e saprà risvegliare la nostra essenza: basta un raggio di luce, basta un sorriso, basta un suono.
RadiCounseling Raffaella Tirelli, frammenti